A VINITALY E SOL IL “GIORNO DELLE DIVERSITA’ “

DEGUSTAZIONE DEGLI OLI DOP E DEL MONTEPULCIANO D’ABRUZZO.  Alla fiera di Verona è cena la diversità dell’Abruzzo. Il che significa soprattutto diversità di quel territorio che finora è conosciuto come un unicum, ma che è in grado di esprimersi in tutte le sue sfaccettature, siano esse riferite alle varietà utilizzate nella produzione dei vini e degli oli, siano esse riferite aspetti territoriali. Ecco spiegato anche il grande successo delle degustazioni organizzate nella giornata di oggi (domenica) per far conoscere, attraverso la voce del capo panel Marino Giorgetti, i nostri oli e in particolare gli extravergine a denominazione di origine protetta (Dop) – l’Aprutino-Pescarese, il Colline Teatine e il Pretuziano Colline Teramane, nelle rispettive province – che ha richiamato operatori e appassionati che hanno voluto conoscere le diverse caratteristiche delle principali varietà locali utilizzate (rispettivamente Dritta e Toccolana; Gentile di Chieti e Tortiglione, insieme a Leccino, Frantoio e Intosso) e dei territori nei quali nascono e vengono trasformate, e che tuttavia consentono all’Abruzzo di differenziare l’offerta sul mercato dei 250 mila quintali di olio prodotto ogni anno che consentono di collocare la nostra regione al quinto posto in Italia. E se per l’olio la diversità è duplice – quella delle varietà e quella del territorio nel quale si producono – per il vino la diversità raccontata oggi dalla sommelier Adua Villa attraverso 6 vini tutti Montepulciano d’Abruzzo riguardano esclusivamente la matrice territoriale, con le sottozone Casauria e Terre dei Vestini in provincia di Pescara, Teate in provincia di Chieti e Alto Tirino e Terre dei Peligni in provincia di L’Aquila che si sono aggiunte di recente a quella della Docg Colline Teramane. Ma a far discutere è stata anche la polemica nuovamente innescata dal consorzio toscano del Vino Nobile Montepulciano contro l’utilizzo del nome Montepulciano da parte dell’Abruzzo, una querelle che sia l’assessore alle politiche agricole Mauro Febbo, sia il presidente del Centro Interno delle Camere di Commercio d’Abruzzo Silvio Di Lorenzo, hanno bollato come “ingiustificate, per il valore ormai riconosciuto al vino abruzzese dai mercati nazionali e internazionali e per l’insussistenza delle motivazioni che i toscani cercano di far valere sulle autorità dell’Unione Europea nel tentativo di far valer prevalere il nome geografico sul nome del vitigno”.