PROJECT FINANCING, FEBBO: LE RASSICURAZIONI DI FLACCO SU VECCHIO E NUOVO OSPEDALE NON SONO SUFFICIENTI

conferenza-stampa“Lasciano allibiti le dichiarazioni del direttore generale della Asl di Chieti sia dal punto di vista tecnico – sanitario, sia dal punto di vista politico avendo Flacco ricoperto il ruolo di amministratore pubblico in qualità di sindaco e consigliere regionale. Non è davvero comprensibile come faccia ad arrivare a certe sconsiderate conclusioni sul project financing per il nuovo ospedale di Chieti”. E’ quanto dichiara il presidente della Commissione di vigilanza, Mauro Febbo che si chiede in primis come possa “una semplice ispezione dei Vigili del fuoco, tra l’altro di domenica, garantire l’agibilità del manufatto e se invece non ci sia la necessità di un controllo più accurato e dettagliato a opera dei tecnici della Protezione civile. Poi una riflessione:  se la situazione del SS.Annunziata è quella da lui descritta, perché i 3 reparti (Ostetricia, Ginecologia e Dialisi) sono ancora lì e non sono stati trasferiti? E poi visto che Flacco fa riferimento alla perizia dell’ingegner De Acetis, da lui conosciuta da oltre tre anni in quanto direttore sanitario con Zavattaro, che certifica tutte le vulnerabilità del policlinico, mi chiedo: non si sta mica traccheggiando per poi arrivare a una situazione di emergenza che induca a prendere decisioni in deroga a tutte le procedure e normative?  Rimango allibito quando  lo stesso direttore generale della Asl, tra l’altro figura che può vantare una lunga esperienza, non ammette come con questo project financing si procederà ad una vera e propria privatizzazione dell’ospedale di Chieti mentre al contrario dichiara che esiste un interesse pubblico?

A questo proposito – prosegue Febbo – è emblematico quanto dichiarato i dal Procuratore regionale della Corte dei conti del Veneto Carmine Scarano a proposito del project financing che viene considerato una operazione a “debito” il cui importo va a incrementare il debito pubblico; che molto spesso il privato si assume solo il rischio di costruzione, “per il resto si tutela bene inserendo nel contratto clausole che di fatto annullano i rischi” concordando “penali molto contenute, in qualche caso insignificanti; “in tal modo l’opera finisce per costare molto di più del previsto aggravando il debito dell’ente pubblico”; i maggiori costi di strutturazione (costi legali, tecnici e finanziari, costi assicurativi, commissioni varie) e la rigidità della struttura sono i “principali svantaggi”. Inoltre il progetto di finanza rappresenta una vera e propria “Caporetto” per i conti pubblici con il socio pubblico che mette i soldi, garantisce per il privato, diventa il suo unico e obbligato cliente, si affida obbligatoriamente a un monopolista che gli gestisce i servizi e paga onerosi canoni. Il tutto per essere alla fine del periodo di concessione pienamente proprietario dell’ospedale. Il socio pubblico, la collettività quindi, verrà in totale possesso dell’opera solo quando la stessa diventa vetusta e necessitante di ulteriori gravosi investimenti. Insomma con il project financing si crea una situazione paradossale in cui l’ospedale nasce privatizzato quando produce utili e nel corso del tempo si “pubblicizza” totalmente quando produrrà perdite. D’altronde è già accaduto a Sassari come abbiamo documentato precedentemente. Questa modalità, come abbiamo più volte sottolineato, sottrae risorse alla spesa pubblica per la salute e nel caso della Asl di Chieti si tradurrà certamente nella impossibilità di costruire i nosocomi di Vasto e Lanciano”.

Anche per quanto riguarda i tempi, credo che Flacco abbia raggiunto il culmine quando a una previsione già “buonista” del giornalista di tre anni ha risposto un anno (sic !!!). Si parte dalla dichiarazione di pubblico interesse dove bisogna attendere 90 giorni senza considerare le eventuali opposizioni amministrative, tra le quali ci sarà sicuramente anche la mia ad ogni ordine e grado.

Ma sono tanti ancora gli adempimenti da espletare: prima del Bando, bisogna decidere se lo stesso potrà essere avviato con procedura aperta o ristretta. La procedura aperta garantisce migliori livelli di trasparenza e competitività, ai fini della determinazione dell’offerta più vantaggiosa, pur richiedendo maggiore lavoro per la commissione di valutazione ed aggiudicazione. I tempi minimi per la presentazione delle offerte sono di almeno 35 giorni, aumentabili in ragione della complessità dell’appalto e nel caso specifico tempi ragionevoli per l’elaborazione di un progetto, a cui seguano le verifiche in termini di Piano economico e finanziario imprenditoriale successivamente asseverato, non possono essere inferiori a 6/9 mesi, considerando che devono essere prodotti da parte dei soggetti concorrenti obblighi in termini di polizze assicurative che, in relazione agli impegni economici, vedono solo la partecipazione dei Lloyd inglesi. Poi  deve essere costituita la commissione aggiudicatrice: essa prevede 5 membri, da scegliere mediante sorteggio, su un elenco di almeno 10, nominati dall’Anac, che li acquisisce da un apposito elenco di soggetti qualificati in relazione all’entità e tipologia di appalto. L’appalto ha un’ulteriore complessità in quanto la copertura del PEF viene originata tramite l’erogazione di servizi (ristorazione, forniture di farmaci, ecc.) che hanno normative a parte diverse dagli appalti per le Opere pubbliche. In seguito all’aggiudicazione si apre la eventuale fase delle prelazioni e dei ricorsi.  Successivamente vanno esperiti i successivi livelli di progettazione: 6 mesi ad andar bene; poi interviene la validazione da parte di Ente autorizzato esterno e per una tale opera sono necessari almeno altri 6 mesi. Successivamente autorizzazioni urbanistiche ed edilizie (Genio Civile). Non dimentichiamo poi che prima di tutto ciò sono necessari anche il parere tramite Conferenza dei Servizi del Comune di Chieti, ritengo quantomeno sulla viabilità e sul PRG. Una variante PRG che in Consiglio Comunale vedrà certamente l’opposizione intransigente del gruppo di Forza Italia e non solo,  12/18 mesi se passerà ??? E poi ci vuole il parere del  Comitato Via, dove magari arriveranno altre osservazioni, 6/12 mesi??? Ma ritiene così certo che il Via dia un parere con celerità e senza tonnellate di prescrizioni proprio per le stesse cose che lui dice: Chieti è in zona sismica 2 quindi…Bando europeo solo di pubblicazione almeno 6 mesi, e poi potrei continuare ma mi fermo qui solo perché lo spazio giornalistico non me lo consente, come recita una pubblicità.  Come fa il direttore Flacco ad affermare che è sufficiente un 1 anno? Una gara simile ne richiede almeno 3 ad essere “buoni e generosi”, come il giornalista , prima di poter avviare la progettazione esecutiva, a meno che non si vogliano trovare degli “espedienti” per affidarla direttamente alla ditta già individuata, ma su questo vigilerò in maniera intransigente” .